Dal 12 dicembre 2018 la gestione del rifugio Sella è passata alla sezione Cai di Macugnaga

capanna-eugenio-sella

Gruppo Montuoso: Monte Rosa, Valle Anzasca

Altitudine: 3.029 m

Gestore: Seo C.A.I. Domodossola

Posizione: Nuovo Weisstor

Località: Valle Anzasca – Macugnaga

Apertura:  IL RIFUGIO NON E’ AGIBILE

Posti letto: 30

Note: coperte, stufa, acqua di fusione

Anno di Costruzione: 1891 – 1957

Storia
La capanna Eugenio Sella, costruita nel 1891 dalla “Sezione Ossolana” del CAI in compartecipazione con la consorella Sezione di Varallo Sesia, solo pochi mesi prima era diventata di esclusiva proprietà della Sezione Ossolana, che aveva provveduto a corrispondere l’ultima rata di pagamento, nella misura di lire 100.000 alla Sezione di Varallo. Sempre nel 1955 venivano saldati tutti i debiti residui contratti per la manutenzione e l’arredamento dell’immobile. Il 25 gennaio del 1955 una valanga staccatasi dalle pendici del Nuovo Weissthorn distruggeva il Rifugio “Capanna Eugenio Sella” posto a quota 3150 m nel gruppo del Rosa, a circa due ore dal passo del nuovo Weissthorn (o passo Iacchini) sulla via per Zermatt, e a circa 3 ore dal Belvedere. Dai sopraluoghi compiuti dai tecnici e dai consiglieri Sezionali risulterebbe che; la valanga, con il rotolamento a valle di neve e sassi, e con la tromba d’aria che provoca, sarebbe stata solo una concausa nella distruzione della capanna, dovendo attribuirsi con verosomiglianza, in buona parte a vetusta e a povertà dei materiali impiegati il cedimento del rifugio sotto l’azione del peso proprio della neve. Seppur nelle difficoltà la Sezione del CAI di Domodossola già dal consiglio Direttivo del 25 febbraio 1955 si propose di ricostruirla. Stanziando 250.000 lire dei propri poveri fondi per lanciare una sottoscrizione con il motto ”Come prima, meglio di prima”. in data 31/12/1955 la sottoscrizione raggiungeva la quota di 368.431. Il costo dell’opera era preventivato in lire 6.032.000 Dalla vecchia capanna vennero recuperati solo alcuni materassi e 41 coperte di lana ( portati a valle dai portatori Corsi Pierino, Corsi Alberto e Samonini Siro, in nove viaggi). (Il costo di un operaio a giornata era di lire 2500) (il trasporto a valle costava 2000 lire per viaggio). Le coperte vennero portate alla lavanderia Pessina Bruno di Domodossola per la lavatura e la liscivatura al costo di lire 150 x 41 = 6150 Per le varie pratiche burocratiche, per le autorizzazioni alla ricostruzione (e l’attesa dei contributi) passarono 2 anni. La sezione ebbe un contributo dalla Sede Centrale del CAI (Commissione Rifugi per 2.550.000) e dall’Ente di Provinciale per Turismo di Novara per £.2.000.000, il comune di Macugnaga contribuì con la fornitura del legname 13 mt cubi necessario per le opere di falegnameria, La Seggiovie del Belvedere il trasporto gratuito del materiale e delle persone + £.100.000, talvolta anche la ditta Moalli offriva il trasporto in autobus. (il costo di andata e ritorno era di lire 500 + 300 per lo zaino). Il progetto e la direzione dei lavori fu affidata allo studio tecnico del Dott. Ing. Marcello Bologna (al costo di lire 400.000), le opere murarie all’impresa Zurbriggen Amedeo e Corsi Pierino di Macugnaga (per l’importo di £. 3.000.000), le opere di falegnameria alla Ditta Rolando Lorenzo di Macugnaga (per l’importo di £. 1.500.000) 36 materassini in gommapiuma vennero acquistati dalla ditta Casa del Linoleum di Novara per (l’importo di lire 568.008) le fodere per i materassi dalla ditta Rossi Augusto di Domodossola per l’importo di £. 53.742 La costruzione della teleferica a contrappeso in cinque tronchi costò £. 300.000. I tubi neri filettati per la condotta dell’acqua dalla ditta Cappelletti di Domodossola (Importo lire 25.715)
Purtroppo se esistono molti documenti per le varie pratiche, poco esiste per quanto riguarda la costruzione che però si può cosi sintetizzare:
Gli anni 1955 e 1956 passarono in attesa delle varie autorizzazioni (Commissione Centrale Rifugi del CAI ) e Ente Provinciale del Turismo.
Il 15 febbraio 1957 venne allestito il progetto esecutivo di ricostruzione.
Il 16 maggio 1957 Fu predisposto un progetto di variante
Il 1° luglio 1957 furono predisposti gli atti di capitolato e i contratti di appalto per le opere murarie affidate all’impresa Zurbriggen e Corsi
I lavori di ricostruzione iniziarono il giorno 2 agosto 1957, dopo aver piazzato la teleferica che da valle avrebbe portato i materiali necessari.
Nello stesso giorno venne individuata la cava dalla quale si ricavarono i sassi necessari per la costruzione, e già il 17 agosto la nuova capanna iniziava a prendere forma.
Il 19 settembre si vedevano già i telai dei serramenti il 5 ottobre il rifugio era al tetto.
Finalmente il 20 ottobre 1957 in soli 3 mesi la nuova capanna Eugenio Sella veniva inaugurata. Il 14/11/1957 il rifugio riceveva l’autorizzazione all’apertura dall’ EPT di Novara.
E tutti gli alpinisti italiani e stranieri amanti del Monte Rosa poterono usufruire della nuova struttura.

Accessi

Da Macugnaga, frazione Pecetto, lasciamo il grande parcheggio della seggiovia (2 bar -ristoranti) e ci incamminiamo seguendo la larga mulattiera che segue la traiettoria della seggiovia stessa. In corrispondenza di un bivio, a sinistra si prosegue attraversando il torrente verso l’Alpe Burky (stazione intermedia dei due tratti di seggiovia che raggiungono il Belvedere a poco meno di 2.000 metri), diritti invece costeggiamo il corso d’acqua sulla riva destra e seguiamo la direzione della segnaletica gialla che indica il Rifugio Sella Eugenio. Poco dopo, lasciato il torrente, la mulattiera diventa sentiero inizialmente un po’ ripido ma comunque ben segnato. Passato un ponticello in una goletta raggiungiamo altri cartelli gialli che ci indicano la direzione. Continuiamo la salita e troviamo l’ultima indicazione su cartello giallo. Il sentiero rimane comunque evidente e ben segnato. Proseguiamo fino a che il nostro percorso incontra un nevaio (più o meno abbondante a seconda della stagione). Lo attraversiamo in diagonale verso destra e riprendiamo, dall’altra parte, su lastroni di roccia. Salendo ancora, poco dopo vedremo il Rifugio Sella Eugenio, un breve tratto di salita e a destra siamo arrivati.

Possiamo raggiungere il Rifugio Sella Eugenio anche dal Belvedere. A piedi lo raggiungiamo da Pecetto andando all’Alpe Burky (2 bar-ristoranti), proseguiamo poi con il sentiero che passa in una zona cespugliosa e boscosa. Terminata questa zona procediamo in una macchia erbosa fino al Rifugio C.A.I. Saronno, situato in una verde conca. Alla destra del rifugio riprendiamo il sentiero che continua nel bosco. Dopo una breve radura, siamo al Belvedere (1 bar-ristorante). Per abbreviare notevolmente prendiamo i 2 tratti di seggiovia: Pecetto-Alpe Burky e Alpe Burky-Belvedere. Come indicato su un grosso sasso in fondo allo spiazzo dell’arrivo al Belvedere, prendiamo a destra una breve salita che ci porta alla morena del Ghiacciaio. La attraversiamo seguendo attentamente i segnavia e ci troviamo in prossimità dell’Alpe Fillar. Qui troviamo la segnaletica gialla che ci indica la direzione. Questo percorso si congiunge più a monte (in corrispondenza di cartelli gialli) a quello sopra descritto.