Per gentile concessione del settimanale Ecorisveglio, pubblichiamo l’intervista (in edicola l’8 Agosto) al nostro Presidente Paolo Pozzo

Chi ha paura del lupo? Il ritorno di questo predatore nelle nostre montagne è ormai un dato di fatto, come di- mostrano le tante predazioni de- nunciate dagli allevatori. Ritorno frutto di grandi dibattiti, spesso polemici, che hanno coinvolto i tanti attori che nella montagna, a diverso titolo, operano. Tra loro il Club alpino italiano. Ora il Cai Seo domese ha deciso di prendere posizione annunciando la partecipazione al monitoraggio del lupo in Ossola e a livello Nazionale come ci spiega in questa intervista il presidente Paolo Pozzo.

 La sezione Cai Seo interviene indifesa del lupo e della sua reintroduzione nelle nostre valli?

«Innanzitutto non si tratta di reintroduzione: il lupo sta ricolonizzando tutto l’arco alpino per espansione naturale del suo areale a partire dagli Appennini, dove non si era mai estinto; è un fenomeno spontaneo in atto da decenni. La nostra sezione non assume posizioni pro o contro, ma si allinea alle posizioni del sodalizio a livello centrale. Posizioni di equilibrio, che hanno la finalità di affrontare il ritorno, non semplice per molte realtà locali, con consapevolezza, senza estremismi».

Qual è l’orientamento del Cai nazionale?

«Sulla salvaguardia del lupo si sono espressi i più importanti organismi internazionali, come la Comunità europea. Tutti gli Stati che si affacciano sulle Alpi, Svizzera compresa, hanno adottato leggi che mettono il lupo ai vertici degli animali soggetti a tute- la. Bisogna partire da qui per farci un’idea del problema. Il Cai nazionale ha fatto propri gli orientamenti della comunità scientifica sulla salvaguardia della biodiversità, avendo al contempo ben presente che da sempre le attività tradizionali dell’uomo in montagna contribuiscono anche loro a questa salvaguardia e possono, come è evidente in questo periodo, entrare in conflitto con il lupo ed i grandi carnivori. Il Cai cerca punti di mediazione che possano ridurre il conflitto, renderlo accettabile in un clima di convivenza tra le necessarie attività umane e la salvaguardia dell’ambiente».

Gli allevatori sostengono in gran parte che questa convivenza sia impossibile e il lupo pericoloso.

«Credo sia eccessivo affermare che il lupo sia pericoloso nel contesto storico attuale. Vero, in passato esistevano testimonianze di attacchi all’uomo. La pericolosità nei confronti dell’uomo è assolutamente remota, soprattutto se paragonata a molti animali domestici come il ca- ne. Certamente il lupo può arrecare danni alle attività umane, in particolare alla pastorizia. Ma, ripeto, non spetta a me o alla nostra Se zione dirimere le diverse opinioni. Altri e ben più titolati esperti del settore lo potranno fare, con maggiore cognizione di causa e in base a dati oggettivi. E qui sta il punto che coinvolge la nostra Sezione».

In che senso?

«Per discutere di un fenomeno e pianificare strategie gestionali, bisogna conoscerne l’entità. Al di là delle segnalazioni di allevatori, cacciatori o appassionati, spesso non confermate dalle autorità, la conoscenza della presenza del lupo nelle nostre valli (e in buona parte dell’Italia), non è precisa. La discussione rischia di essere orientata dai diversi interessi in campo e non basata in- vece da dati oggettivi, sui quali si possano impostare delle strategie gestionali serie, ormai necessarie, come va dicendo da tempo il Gruppo Grandi Carnivori del Cai».

E quindi il Cai Seo?

«La Comunità europea finanzia un progetto denominato Life wolfalps Eu al quale partecipano quasi tutte le istituzioni al- pine italiane ed estere. Partecipano e attingono ai fondi la Regione Piemonte, gli Enti di gestione dei Parchi dell’Ossola, la nostra Provincia e i nostri Corpi forestali. Il Cai nazionale, attraverso il coordinamento del suo Gruppo Grandi Carnivori, partecipa come supporter senza però aver la possibilità, giustamente, di attingere a fondi economici. E’ importante non fare confusione: siamo supporter del progetto, non partner, che è un gradino superiore. Quest’anno partirà, promosso dall’istituto tecnico scientifico Ispra del Ministero dell’Ambiente, il primo monitoraggio e censimento del lupo in Italia. E la nostra Sezione, come tutto il Cai, darà il suo contributo».

Parteciperete al monitoraggio?

«Sì. E’ un lavoro complesso, il lupo è un animale schivo, difficile da individuare. Occorre frequentare ripetutamente un territorio enorme ed impervio, con metodologie scientifiche che analizzino ed elaborino i segni, come escrementi, foto trappole, orme sulla neve e, ahimè, anche predazioni. Attività che richiedono tante persone e l’Ispra ha chiesto al Cai un sostegno con la messa a disposizione di soci: per l’Ossola hanno già risposto alcune Sezioni e la nostra Cai Seo metterà a disposizione quattro soci, in modo volontario e gratuito. Life wolfalps, che condurrà il monitoraggio con l’Ispra, formerà il personale Cai».

Tutto molto interessante. Ma i danni subiti dagli allevatori?

«Le leggi ci sono. Piaccia o meno il lupo è attualmente protetto e le Regioni hanno il dovere di risarcire i danni dei grandi carnivori, incentivando i tanto discussi sistemi di prevenzione per cercare di ridurre il problema. Occorre che la politica svolga il proprio ruolo con efficienza, tempestività e coraggio, senza strumentalizzare la già complessa situazione».

 

Il Cai Seo domese prende dunque posizione sul lupo, e lo fa dopo un lungo dibattito tra i soci, specchio di quello in corso a livello nazionale. Un gesto niente affatto semplice in un momento di grandi discussioni; e di questo, al di là delle posizioni di ciascuno, al Cai Seo va riconosciuto il merito.

Roberto Bioglio